BODY SHAMING E STEREOTIPI DI GENERE: PROGETTO DI FORMAZIONE PER LE SCUOLE

Il body shaming o derisione del corpo significa far vergognare qualcuno per il proprio aspetto fisico, deridendolo, a volte apertamente a volte in modo indiretto e velato. Il corpo viene attaccato perché non aderente ai canoni estetici presunti della cultura in cui il soggetto vive. Nel body shaming chi aggredisce non si sofferma a riflettere se effettivamente il canone di rifermento è salutare o effettivamente presente nella maggior parte della popolazione né sulle conseguenze delle proprie parole.

Nonostante il canone di riferimento spesso sia lontano da come davvero sia la maggior parte della popolazione questo viene comunque assunto a ideale per sé e per chi incontriamo, aprendo le porte alla derisione e al biasimo del proprio e altrui corpo.

Il corpo della vittima viene ridicolizzato e deriso, la vittima viene colpevolizzata, inducendone vergogna, abbassandone l’autostima e aprendo la strada ai disturbi alimentari, ansia, depressione, suicidio.

Poiché i canoni estetici cambiano con il cambiare delle culture, così anche le modalità di espressione e gli attacchi del body shaming cambiano. Ma il fenomeno rimane.

Il perdurare di questa modalità di vessazione e umiliazione è profondamente legato al permanere degli stereotipi di genere che da sempre indicano in modo rigido e categorico quale sia l’ideale di riferimento da perseguire: gli uomini per essere veri uomini devo essere intraprendenti, ambiziosi, controllati nelle emozioni, decisionisti, ma anche scolpiti, alti, “virili”. Le donne per essere tali devono essere misurate, dolci, avere un linguaggio pulito e sapersi prendere cura degli altri, ma anche filiformi e sempre giovani, senza rughe né cedimenti, i capelli fluenti e lunghi come principesse di altri tempi (e altre favole).

Il progetto per le scuole nasce dalla collaborazione degli enti del territorio, come il CSV, e parte dalle richieste delle singole realtà scolastiche per potersi adattare su misura alle richieste di alunni e alunne di ogni ordine e grado. Ogni tema trattato è pensato e declinato in base all’età degli studenti e i bisogni della singola scuola, perché ognuno di loro possa ritrovare nella propria quotidianità esempi ma soprattutto pratiche relazionali nuove e concrete.

Poter svelare insieme a ragazzi e ragazze che l’adesione a stereotipi di genere rigidi, così come quella a canoni estetici ugualmente rigidi, significa potersi guardare per quello che si è e accettarsi e scegliersi per come si vuole essere, significa aprire ancora una volta le porte alla cultura del rispetto e dell’accettazione, significa allontanarsi da modalità di relazione con se stessi e con gli altri basate sull’umiliazione, l’aggressione verbale, lo stigma e la derisione.

Ragionare nelle scuole su questo significa creare insieme una cultura di riferimento in cui tutti e tutte possano riconoscersi e rispettarsi.